Recensione di Gordiano Lupi leggeretutti.eu
” Stefano Pacini è un fotografo giramondo che abbiamo conosciuto per alcuni splendidi scatti cubani, senza dimenticare le opere fotografiche legate alla Maremma, i volumi Noi sogniamo il mondo (Effigi) e Figli dei fiori e figli del vento (Bam). Massetano del 1956, fotografo freelance e reporter, tiene corsi di fotografia, vive la sua campagna senese, collabora con periodici culturali e politici, per alcuni anni molto attivo con Maremma Libertaria. Questa volta scrive un romanzo appassionato sulla terra che ama, dove è nato e vive da sempre, intriso di pagine sentimentali e nostalgiche legate al tema del tempo perduto di proustiana memoria. Pacini racconta la storia della sua famiglia, i piccoli eventi quotidiani si uniscono ai grandi eventi internazionali – tra fascismo, guerra e ricostruzione – e vedono un ragazzo alle prese con un mondo da cambiare. Pacini non può fare a meno di raccontare la sua educazione sociale e politica nella sua terra di Maremma, sinonimo di lotta per la libertà, che adesso pare così cambiata – lasciatemelo dire! -, spesso lasciata in mano ad amministrazioni di destra di stampo qualunquista. Il lettore troverà nel libro i sogni del 1968 e la fine della civiltà contadina, subito dopo quel periodo storico che ha visto tante famiglie emigrare dalle campagne per trovare lavoro nella grande industria, magari a Piombino, nelle Acciaierie. Paco, il protagonista, passa da una lotta all’altra, prova ogni tipo di esperienza, lo vediamo sfilare da studente di sinistra in Italia, ma lo ritroviamo a Lisbona per la rivoluzione dei garofani e a Londra per le contestazioni a base di musica punk. Il finale della storia vede Paco di nuovo a Siena, intento a gestire un ritrovo di studenti e di ragazzi abbastanza disorientati, convinto che ci sia sempre qualcosa per cui sia giusto lottare. Malamente è scritto molto bene, pubblicato in un’edizione spartana con copertina su carta leggera, in bianco e nero, con una bella foto in copertina di quattro ragazzi seduti sulla spiaggia, nei primi anni Settanta. Una storia familiare che va a collegarsi con gli eventi della grande storia, sentimentale e nostalgica, mai sentimentalistica e fine a se stessa. L’autore non è certo il tipo da piangersi addosso, non evoca una mitica età dell’oro che non è mai esistita. Solo lottare conta, non l’aver lottato, si potrebbe dire, parafrasando uno scrittore parecchio più bravo di noi. Leggete questa Educazione Maremmana, che è l’educazione di tutti noi, adesso un po’ in là con gli anni, che questo mondo non l’abbiamo saputo cambiare, ma ci abbiamo provato”.
Stefano Erasmo Pacini
Malamente – Una educazione maremmana
Effigi – Euro 18 – Pag. 300