Maremma Libertaria n 22

 

Trump e altri disastri: tornare all’utopia

La vittoria di Trump e l’ascesa dei populismi europei sono dati di fatto. L’antidoto è uno soltanto: ricominciare a immaginare un futuro alternativo a quello che finora è stato….Bifo parla già di una “guerra nella quale poco di ciò che chiamammo civiltà è destinato a sopravvivere”, ricorrendo a un parallelo storico che più sinistro non si può: “come fece nel 1933, la classe operaia [bianca] si vendica di chi l’ha presa per il culo negli ultimi trent’anni”….Questa rassegnazione pavloviana eternamente schiacciata sul presente, è il segno di tante cose assieme. Ma per quanto mi riguarda è innanzitutto il segno di un deficit di immaginazione. E cioè di una rinuncia a ipotizzare alternative – anche solo immaginarie – a un ordine che ineluttabile non lo è per niente. Ed è sua volta la spia di un’assenza che arrivati a questo punto comincia a farsi assordante: quella dell’utopia. Dell’idea cioè che il futuro non sia dato ma possa essere costruito, e che “ciò che sarà” non per forza dovrà essere la naturale reiterazione di quello che “è già”….. leggi tutto   http://www.prismomag.com/tornare-alla-utopia/
Noi troviamo veramente irresponsabili, quando non miserabili,rossobruni dementi, tutti coloro che hanno gioito, e sono tanti anche in queste lande, per una supposta vittoria “operaia” e antisistema di Trump. Sono gli stessi sfigati post (?) maoisti o stalinisti che appoggiano i grilli italici e il loro guru Beppe. Stiano lieti: il governo, la squadra, anzi la squadraccia di Trump non è seconda a nessuna almeno dal 1933 a questa parte. Ne riparleremo, purtroppo.  (Ulisse)

12 dicembre
La strage che cambiò le nostre vite, rubandoci il futuro
Continua a leggere http://www.carmillaonline.com/2015/12/15/un-granello-di-sabbia4/
e questo http://ilmanifesto.info/storia/pietro-valpreda-e-la-cronaca-vera/




1969-2016 lo Stato è sempre quello, cambiano i suonatori ma non la musica. Il tempo è galantuomo, anzi è gentile, Gentiloni persino. Che all’epoca scappò di casa ( e che casa e che famiglia cattolica) per unirsi al Movimento studentesco della Statale di Milano. Partecipava ai cortei contro la strage di stato,l’assassinio di Pinelli e la carcerazione di Valpreda, fuggiva davanti alle cariche della polizia e il grandinar di lacrimogeni che nel primo anniversario della strage uccisero uno studente lavoratore, Saverio Saltarelli. Dai katanga stalinisti a primo ministro il passaggio è stato lungo e soft, ma la sostanza non cambia: buon sangue non mente, roba che mangia torna a casa. Se stamani apro i giornali mi sembra che ben poco sia cambiato nei meccanismi del potere statale. La minaccia più seria pare sia portata da un giocoliere francese anarchico.Nel 1969 la belva umana era invece un depravato ballerino anarchico. Giustizia non fu fatta, e se chiedi ai ragazzi di oggi ti diranno che Piazza Fontana è una strage delle BR se va bene, se gli dice qualcosa. Pinelli, sì, ci sono ancora delle persone che si ostinano a ricordarlo, specie a Milano e Carrara. Calabresi suona a molti, il padre ha in corso una causa di beatificazione, il figlio è diventato direttore di “Repubblica”. Per il resto in questo Paese è arrivata la modernità, la postmodernità, l’epoca digitale, tanti bei gadget elettronici e possiamo anche fare dei bei flash mob,ma, come diceva mio padre, “la democrazia è bella, puoi anche protestare, ma loro continuano a fare come gli pare e te a patire”. Io quel 12 dicembre avevo 13 anni, non dimenticherò mai l’atmosfera improvvisamente cupa di quei giorni, la stagione del cambiamento, il dilagare dei giovani in mezzo mondo, ebbero una battuta d’arresto decisiva in Italia, fu l’inizio del furto del mio-nostro futuro, la speranza che questo potesse essere un Paese normale, libero dalle mafie, dai fascismi, dal bigottismo, tramontò anche se lì per lì non ce ne rendemmo bene conto. E’ per questo che sono contro ogni memoria condivisa, contro ogni melassa della riconciliazione, dell’oblio e del perdono. (Erasmo)
Quella sera a Milano era caldo…..
Bruno Vespa ( sì, era già al tg 1 ) quella sera annunciò che Valpreda era uno dei colpevoli. E tutta la stampa, tutta, sposò entusiasta le veline della questura, le veline del ” vecchio” questore Guida, già direttore fascista del carcere di Ventotene, e del “moderno” commissario Calabresi, che si spacciava “amico” di Pinelli, che lo convocò in questura vivo, e, dopo tre giorni di fermo illegale, lo fece uscire morto. Alla vedova di Pinelli, avvisata della morte dai giornalisti,che gli telefonò per sapere come mai non si fosse dato neppure pena di avvisarla,Calabresi rispose “sa, signora, avevo molto da fare”. A leggere oggi i libri di Camilla Cederna, ti arrabbi ancora più di allora. Perchè capisci che il meccanismo, la stampa, il potere e i suoi servi, sono rimasti uguali. Perchè Pinelli non ha avuto nessuna giustizia. Perchè la Cederna non ha avuto nessuna via intitolata a Milano,nè la borghesia, nè altri ne parlano, perchè lei, borghese, non ebbe paura di cercare la verità. A margine invece, noto l’avanzare della causa di beatificazione del commissario Calabresi, e la carriera di suo figlio,  direttore di “Repubblica”. Auguri.

La Corte dei miracoli: la città nella città che non piace al potere

È la città del Palio, la città del Monte dei Paschi, la città che si piazza nelle prime posizioni per la qualità della vita nelle classifiche specializzate. Una città ricca, che ha inventato le banche, le cambiali, e se ne fa vanto in piazza Salinbeni con la statua a Sallustio Bandini e la sede centrale del MPS. Ma è anche la città universitaria, quella del buongoverno, la perla del medioevo, meta di carovane di turisti, piccola città, chiusa tra le sue mura, divisa in contrade e rituali.
Poi c’è una città nella città, con le sue mura, cancellate, padiglioni, alcuni restaurati e occupati dall’Università, altri invecchiati, altri cadenti. È la città dolente, il vecchio manicomio, uno dei più grandi d’Italia. E all’interno di questa piccola città nella piccola città, c’è un edificio, la palazzina Livi, sede del centro culture contemporanee Corte dei miracoli, semplicemente la Corte per i suoi tanti amici.

È una storia che parte negli anni ’90, dai movimenti giovanili che cercano spazi da autogestire con alterne fortune, avanzate e ritirate, finché nel 1998 decidono di occupare la vecchia palazzina abbandonata….
leggi tutto qui http://frontierenews.it/2016/12/corte-dei-miracoli-la-citta-nella-citta-che-non-piace-al-potere/
e qui il video girato tempo fa, la Corte non deve chiudere, la cultura non si sgombera !   https://www.youtube.com/watch?v=HYqvvnwatSgA proposito di teatro. «L’attuale stato sociale è iniquo e va distrutto. Se è compito del teatro preoccuparsene, lo è ancor più della mitragliatrice». (Antonin Artaud) Della serie: altri tempi, altre tempre.
La classe operaia è andata in paradiso “Lo studente li’ fuori mi ha detto, che noi entriamo qui dentro di giorno quando e’ buio e usciamo quando di sera e’ buio. Ma che vita e’ la nostra?!? E noi via, che andiamo avanti, avanti, avanti, avanti, per queste 4 lire vigliacche fino alla morte. Io propongo questa proposta, di lasciare subito il lavoro tutt e chi non lascia il lavoro subito adesso e’ un crumiro, e’ un faccia di merda!!!”

Immenso Gianmaria Volontè, ci hai lasciato il 6 dicembre del ’94 ma dopo tutti questi anni dimenticarti è impossibile


https://www.youtube.com/watch?time_continue=6&v=U08cTsDtZHY

Referendum, nuovo governo ,vecchio che avanza e nuovo già vecchio:
Ottimo ! / è il gran finale / il peggio è sconfitto / ora inizia il male        (haikù di Natale )

La farsa della partecipazione serve solo a consolidare il sistema. Certe volte capita di sentire: “Questa non è Democrazia, ma Fascismo”. In effetti un controllo sempre più asfissiante, un azzeramento delle conoscenze e delle esperienze e una rappresentazione che sempre più si sostituisce alla realtà, sembra paventare un totalitarismo altrettanto insidioso e invadente. Eppure il Fascismo, almeno in Italia, lo si è conosciuto per quello che era: un regime autoritario, gerarchico e monopolizzante che non consentiva alcuno spazio al di fuori di esso e reprimeva il dissenso con la censura, la tortura e la morte. Le similitudini possono anche farsi, ma è bene considerare anche le differenze e grazie a ciò riconoscere coloro che, come i gruppi neo fascisti, vorrebbero ritornare a quell’epoca. Ad un certo punto, molti anni fa in Italia, alcuni decisero che quel monopolio della violenza doveva cessare e impugnarono le armi contro il regime fascista. E ciò avvenne da subito e oltre la fine di quell’esperienza. Proclamata la Repubblica, molti partigiani rimasero in carcere anche alcuni decenni oltre la fine della guerra, mentre quasi tutti i fascisti vennero liberati e tornarono a riprendere il posto che avevano occupato prima. La Costituzione che si dice nata dalla Resistenza, non ha difeso allora coloro che si erano battuti per eliminare la sopraffazione fascista; non è servita poi quando lo Stato ha messo le bombe sui treni e nelle piazze, non ha funzionato quando l’Italia è andata in giro per il mondo a esportare guerra e democrazia con torture e massacri come in Libia, non serve oggi, quando il Mediterraneo si riempie di morti. Il Si al Referendum vorrebbe accentrare il potere in mano al governo e rendere più difficile la partecipazione di altri poteri, il No vorrebbe difendere o aumentare la Democrazia. Ma per aumentare la libertà non servono né l’uno né l’altro. Serve l’autodeterminazione per spazzare via questo modello da sempre iniquo e totalizzante.
(anarchici 2 dicembre)
Il referendum dei poveri e dei disoccupati
‭ ‬I superstiti renziani risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.‭ ‬Tutto il potere è andato al CNEL che ha decretato la fine della povertà e della disoccupazione in Italia. Si sa,‭ ‬i sogni muoiono all’alba.‭ ‬E all’alba del‭ ‬6‭ ‬dicembre sono arrivati i dati ISTAT sulla povertà in Italia.‭ ‬Il‭ ‬28.7%‭ ‬delle famiglie italiane‭ (‬17,5‭ ‬milioni di persone‭) ‬è povera o in condizioni di grave indigenza.‭ ‬Più della metà delle coppie con tre o più figli minori è povera.‭ ‬Lo è quasi la metà delle persone che vivono nel Sud Italia.‭ ‬In Europa siamo tra quelli messi peggio.‭…
continua a leggere (Umanità Nova)   http://www.umanitanova.org/2016/12/12/il-referendum-dei-poveri-e-dei-disoccupati/



Sono Anarchica perché ho bisogno di uno spazio che non sia limitato da moralismi inventati cattoborghesi. Sono Anarchica perché non sopporto le ingiustzie di questo mondo infame. Sono Anarchica perché la scuola ha tentato di incanalarmi nel patriottico amore. Sono Anarchica perché ho sorelle, fratelli e amici e non me ne frega un cazzo da dove vengono. Sono Anarchica perché i loro confini per me sono il nulla. Sono Anarchica perché sto sempre dalla parte degli opressi. Sono Anarchica perché non riconosco l’autorità di nessuno. Sono Anarchica perché la casa é di chi la abita, finché la abita. Sono Anarchica perché già da bambina volevo essere libera. Sono Anarchica perché le prigioni peggiorano le persone. Sono Anarchica perché la psichiatria é solo un affare sporco. Sono Anarchica perché anche le guerre sono un’altro affare sporco. Sono Anarchica perché la democrazia non esiste come non esiste dio. Sono Anarchica perché mi possono spezzare ma non mi piegheranno mai . Sono Anarchica perché piango se muoiono persone innocenti e su altre morti sputo. Sono Anarchica perché il capitalismo é violenza continua.Sono Anarchica perché il lavoro non nobilita l’uomo ma le tasche del padrone. Sono Anarchica perché solo l’anarchia può debellare il cancro del potere. Sono Anarchica perché loro sono i terroristi. Sono Anarchica perché amo madre terra. Sono Anarchica perché sono antispecismo. Sono Anarchica perché gli spazi vanno occupati. Sono Anarchica perché sono solidale. Sono Anarchica perché resto meravigliata guardando un fiore o il volo di una farfalla. Sono Anarchica perché so perdermi anche per le strade che conosco.
Sono Anarchica perché so sognare, sogno, lotto e sogno ancora.
Caterina Barbierato )

Film visto per voi: Né dio, né padrone, né marito. Film di Laura Mañá (2010), ispirato alle vicende di un gruppo di operaie tessili in Argentina che, alla fine dell’Ottocento, diedero vita a “La Voz de la Mujer” (“La Voce della donna”), il primo periodico comunista libertario redatto da donne nel paese sudamericano. C’è anche molta Italia in questo film….
film completo         https://www.youtube.com/watch?v=lCGJzZUT_Uc

” Bisogna ascoltare le voci che sembrano inutili, bisogna che nei cervelli occupati dalle lunghe tubature delle fogne, dai muri delle scuole, dall’asfalto e dalle pratiche assistenziali, entri il ronzio degli insetti. Bisogna riempire gli orecchi, gli occhi di tutti noi di cose che all’inizio siano un grande sogno. Qualcuno deve gridare che costruiremo le piramidi, non importa se poi non le costruiremo. Bisogna alimentare il desiderio. Dobbiamo tirare l’anima da tutte le parti, come se fosse un lenzuolo dilatabile all’infinito. Se volete che il mondo vada avanti, dobbiamo tenerci per mano, ci dobbiamo mescolare i così detti sani e ai così detti malati. Ehi voi sani, che cosa significa la vostra salute, tutti gli occhi dell’umanità stanno guardando il burrone dove tutti stiamo precipitando. La libertà non ci serve, se voi non avete il coraggio di guardarci in faccia, di mangiare con noi. Sono proprio i così detti sani, che hanno portato il mondo sull’orlo della catastrofe.”
( Nostalghia, di Andrei Tarkovskij)

Appunti sul Social – fascismo, la condivisione delle parole senza idee
bellissimo articolo di Alberto Prunetti,va letto e digerito con calma, ma va letto
qui:  http://www.wumingfoundation.com/giap/2016/12/appunti-sul-social-fascismo-la-condivisione-delle-idee-senza-parole/



Libri per una buona fine e miglior principio

leggi tutto : http://www.lavoroculturale.org/un-viaggio-non-promettiamo-breve/



Fugitive Days è la storia del Weather Underground, movimento rivoluzionario clandestino che agì negli Stati Uniti tra gli anni Sessanta e Settanta, in parallelo al movimento studentesco e a quello per i diritti dei neri. Anni di fermento politico e sociale: anche gli anni della guerra in Vietnam. E proprio su questo si concentravano gli Weathermen: portare la guerra del Vietnam negli Stati Uniti.
La loro attività clandestina consisteva nel colpire i simboli del potere americano, ma senza ferire o uccidere persone. Usciti dal movimento studentesco ed entrati nella clandestinità agli inizi nel 1970 fecero saltare alcuni uffici della centrale di polizia di New York; poi tra il ’71 e il ’75 colpirono il Campidoglio; «bombardarono» il Pentagono, in risposta all’attacco aereo di Hanoi; portarono a termine un attentato contro la multinazionale I:T:T., per la parte avuta nel colpo di stato in Cile; fecero saltare l’ufficio del procuratore generale della California e alcuni uffici del Dipartimento di Stato.
Alternando vissuto personale e consapevolezza politica, Bill Ayers racconta la nascita di una lotta per i diritti che vedeva impegnati fianco a fianco gruppi eterogenei, con la sensazione che la possibilità del cambiamento fosse reale. Racconti di azioni che lasciano senza fiato, la clandestinità vissuta ogni giorno, la riflessione ex post sull’accaduto. Forte testimonianza di un’epoca di cambiamento, Fugitive Days è una lettura che non lascia indifferenti. ( e a questo punto fate uno sforzo e leggete anche: David Gilbert, AMORE E LOTTA. Autobiografia di un rivoluzionario negli Stati Uniti, a cura di Giacomo Marchetti e Nora Gattiglia, MIMESIS 2016, pp. 400, € 26,00. Condannato a settantacinque anni di reclusione il 6 ottobre 1983, quando aveva 39 anni, David Gilbert dovrebbe finire di scontare la sua pena nel 2058, all’età di 115 anni. Un autentico disastro umano e politico per un militante che, oltre a non essere presente sul luogo della sparatoria nel corso della rapina del 1981, aveva precedentemente aderito ai Weather Underground proprio per la loro scelta di evitare al massimo lo spargimento di sangue nel corso delle loro azioni dimostrative. Ebbe a dichiarare, durante il processo che lo avrebbe condannato alla ‘morte’ carceraria: “Il governo che ha rovesciato napalm sul Vietnam, che fornisce le bombe a grappolo che uccidono civili in Libano, che addestra torturatori in Salvador ci chiama ‘terroristi’. I governanti che si sono arricchiti con generazioni di schiavi che lavorano e lavoratori resi schiavi…ci etichetta come ‘criminali’. Le forze di polizia dell’Amerika che hanno ucciso 2000 persone di colore negli ultimi cinque anni e che imbottiscono di droga le comunità ci dicono che ‘non abbiamo rispetto per la vita umana’. Noi non siamo né terroristi né criminali. E’ proprio perché amiamo la vita, perché gioiamo di fronte allo spirito umano, che siamo diventati combattenti per la libertà contro questo sistema razzista, imperialista e mortifero.”
e qui il film weather underground    https://www.youtube.com/watch?v=XBR6EP665tE

Avesta ha ventidue anni quando sale in montagna seguendo le orme di Harun, l’adorato fratello. Lascia Mezri, lascia Turgut Reis, i villaggi curdi dove con la famiglia è cresciuta e ha imparato a conoscere le cose, ad amarle. imbraccia il fucile per dare il suo contributo alla lotta per un Kurdistan libero, e la sua forza è così grande, l’energia che mette in tutto così viva, che presto le chiedono di entrare nel gruppo speciale, e altrettanto presto diventa comandante della sua squadra. Tante ragazze, come lei, hanno scelto quella vita sui monti del Qandil, tra le foreste, nella neve. Non si poteva lasciare che il governo turco strozzasse le voci in gola, spegnesse i fuochi di festa, negasse la vita, come ora non si può soccombere ai missili e alle bombe delle milizie islamiche. Contro il Daesh, Avesta combatterà una battaglia esemplare. Sarà, con la squadra che ovunque la segue, baluardo di resistenza e testimonianza di chi propone una vita comunitaria radicalmente democratica. Nel suo grido di battaglia le voci di un popolo intero, un coro che chiama da tempi lontani ma che oggi, come sempre, chiede solo libertà.
“La mia vita è una goccia nel mare. La tua vita è una goccia nel mare. La storia del popolo curdo è il mare. Il suo dolore un oceano. Ma resistiamo, e andiamo avanti, siamo saldi come le rocce del Qandil. Resistiamo anche grazie ai nostri martiri, che hanno seminato, ed è per loro se oggi sbocciano dei fiori. Come qui, a Mexmur, in questo deserto che a volte sembra pieno d’acqua, per la bellezza di essere insieme. E ci sei anche tu, qui con noi. La libertà non è lontana, la avremo, questa speranza non la perderemo mai. Vivremo insieme nella stessa terra, in libertà. Finché respireremo lotteremo per questo. Ti voglio bene, fratello.”
Grazie Marco Rovelli per il tuo racconto.

Grosseto: il collettivo Bianciardi ha presentato: “Una città aperta al vento e ai forestieri”
“La negritudine comincia dall’Ombrone”. ( Luciano Bianciardi)
“In questo libro che viene presentato oggi a Grosseto ci sono anche io.
Come dicevo non ho mai scritto niente a cui tenga di più.
Inizia così: “Guardate questa bambina. Questa bambina sono io.

Ho la piuma in testa e delle foglie in mano. E’ il 5 settembre del 1976 e Democrazia Proletaria festeggia sul monte Amiata le elezioni del 20 giugno, dove ha preso l’1,5 per cento. Ben 6 deputati. Ma io queste cose non le so. So, però, che c’è babbo che ha dipinto di rosso la porta del PdUP a Grosseto, e a me questo nome, Pdup, mi sembra che rimbalzi.
Il Pdup sono davvero poche persone mentre il PCI ha preso quasi il 35% dei voti. Ma per me il Pdup rappresenta l’orizzonte unico e possibile di quella che è la Politica. Si chiama così. Ha la lettera maiuscola e la porta rossa, e poi la fanno mio padre e i suoi amici, che mi piacciono, perché mi raccontano la Favola di Mao Tse Tung.
La Politica la fanno i maschi, questo lo so, mentre mamma e le sue amiche fanno il Femminismo, che, forse, mi piace pure di più della Politica, perché si canta.
Oltre la Politica e il Femminismo c’è mia nonna che è il Mondo. Per mia nonna il Femminismo non esiste, la politica non ha la maiuscola, e si chiama solo PCI, perché ha avuto un fratello senatore, e ancora mi parla di quella volta nel 1946 quando l’hanno portata a Roma, per festeggiare la Repubblica, e suo fratello non le ha fatto aprire bocca. Ma per lei è un bel ricordo.
Poi c’è la città, che è Grosseto, ma per me è un perimetro che parte dal ponte della ferrovia e arriva a via Orcagna dove c’è la Terra, nonna la chiama così: campi coltivati dove si va in bicicletta dopo scuola per accudire i conigli e le galline, le rose, e c’è la cantina, con le botti e un odore di vino buono.
Così, riassumendo, negli anni Settanta, per una bambina, le Cose che Esistono sono il Femminismo, la Politica, il Mondo e la Città. Linus, in bagno, da leggere. Mentre ancora non ci sono i cartoni animati giapponesi e soprattutto ancora non c’è l’Eroina, che, lei non lo sa, cambierà di lì a poco il Mondo, il Femminismo e la Politica. Ma soprattutto la Città”. (Vanessa Roghi )
Boheme e anarchia


scarica gratis il libro qui   http://www.stradebianchelibri.com/muhsam-eric—boheme-e-anarchia.html


noi stiamo con gli esseri umani: bandiera anarchica siriana con citazione di Bakunin, “posso essere libero solo quando anche il mio fratello lo è”
Nel giorno del ricordo di Pino Pinelli. Nel giorno del ricordo di un Dicembre Milanese dove si lasciavano finestre aperte, si interrogava un anarchico un po’ troppo vicino al davanzale e dove lo stesso, colto da un bizzarro malore attivo, si gettava di sotto, stranamente mal sorvegliato da Carabinieri e Polizia che non poterono, sfortunati, far nulla per fermarlo. Nel giorno del ricordo della stupidità pilotata. Nel giorno del ricordo dell’ingiustizia.
Oggi come allora è l’ingiustizia che regola le nostre vite, che regola la storia. Oggi come allora il potere, quando realmente attaccato, risponde con violenza terribile. Oggi come allora la violenza, il sopruso, il denaro ed il potere che raccoglie tutti questi elementi insieme barcocchia incessantemente le nostre menti e instrada le nostre azioni e reazioni. E allora questa scritta in arabo che tradotta significa : “posso essere libero solo quando anche mio fratello lo è”, scritta dal vecchio maestro M.Bakunin, racchiude l’essenza e la risposta ad ogni razzismo, ad ogni populismo, ad ogni nazionalismo, ad ogni sopruso, ad ogni ingiustizia.
Il Mondo brucia intorno a Babilonia, Aleppo è una sconfitta per l’umanità. Aleppo come punta dell’Iceberg di un mondo sbagliato. Un mondo dove bambini vengono trucidati, ogni giorno, resi orfani, mutilati senza sapere il perché. Un mondo dove tutti si riempiono la bocca di parole come libertà e pace quando questi due concetti sono alieni nella storia dell’uomo, sono carta straccia, come i bei concetti scritti sulla Costituzione Italiana. Quella Costituzione che ripudia la guerra, mentre le nostre bombe uccidono ogni giorno esseri inermi che al posto del latte della mamma ricevono quintali di esplosivo che fa a pezzi i loro corpi, le loro case, la loro vita ed i loro sogni.
Quella Costituzione che garantisce asilo politico a chiunque nel proprio paese non può godere delle libertà democratiche che essa stessa sancisce, il diritto al lavoro, alla casa, al voto, alla libertà religiosa e di parola ma che poi orpella, differenzia, spiega gli aventi diritto e i non aventi, si introgola in concetti sovrumani come quello di clandestino. Nessuno è clandestino. Questo putridume, questo mondo dove, in soldoni, si divide tra chi può e chi non può, tra chi sfrutta e chi è sfruttato sta implodendo su se stesso e anche se riuscirete a salvarlo ancora per un po’, nei confronti della storia dell’Umanità siete nulla. Siete tutti morti. ( Alberto Mig )

Continua il tour di Maremma Libertaria-Noi sogniamo il mondo


ecco la lettera recensione di Luciana Bellini : leggete che bellezza mi ha donato….”Il titolo e la copertina già dicono tanto, e se entri dentro poi…viaggi, vedi, vai…alla manifestazione per la pace, e dopo sei lì con gli operai di Piombino a chiedere il tuo. E con le ragazze che sorridendo mostrano il cartello: mamma posso sposarmi con lei ? Anche te sei solidale, te che guardi, sorridi anche te. Sono immagini belle, belle e basta, belle e vere ! Panorami e territori, città e Paesi, frazioni delle nostre province, gente stanziale e viaggiatori del mondo, uguali nella diversità che ognuno ha dentro e porta scritto addosso. Terra, cielo, mare. E l’inverno, quello del 2013 alla Rondinella, per me è una poesia, come il ritratto del vecchio leone.E poi musica, canto,festa lì al matrimonio Rom, e muri eh, che stiano a debita distanza, anche se la loro fisarmonica è la stessa dei nostri maggerini e della ragazza di Alfama che sale sull’autobus. Lisbona o St Maries de la mer, Massa Marittima o Cefalù, si incontrano, si riconoscono e si salutano. Ecco, nella carta te hai fissato la vita e anche chi come me non ha viaggiato, grazie ai tuoi scatti il mondo riesce a sognarlo e toccarlo un po’ più da vicino. Il viaggio continua, e ci saranno altri scatti, altre terre o sempre le stesse, ugualmente belle nella loro diversità. Per le strade incontrerai persone che, senza mettersi in posa,poseranno per te sorridendo. Questo ti auguro: tanti viaggi, sempre! E col cuore spalancato !”



Brexit, referendum, fastidi vari…..noi comunque tifiamo anarchia !

https://www.youtube.com/watch?v=na7A3-UCCYE

“Dichiarandoci anarchici proclamiamo inanzi tutto che rinunciamo a trattare gli altri come non vorremo essere trattati noi da loro; di non tollerare più la disuguaglianza che permetterebbe ad alcuni di esercitare la propria forza astuzia o abilità in maniera odiosa. Ma l’uguaglianza in tutto- sinonimo di equità- è la stessa anarchia ”
Petr. A. Kropotkin La morale anarchica
scarica qui gratis il libro
http://stradebianchelibri.weebly.com/millelirepersempre.html

L’anarchia spiegata a mia figlia : il nuovo libro di Pippo Guerrieri, BFS edizioni qui in free download e streaming
https://archive.org/details/LanarchiaSpiegataAMiaFiglia
Io non credo nei partiti. Ma non perché siano stati occupati da persone disoneste. Io non credo nei partiti perché non credo nella delega. […] Non sono un comunista. Io sono anarchico. Non mi interessa che il popolo vigili sull’amministrazione pubblica. Io non credo che il popolo debba essere amministrato da qualcuno. Io voglio il superamento di questa democrazia, non che venga amministrata decentemente. Questo era il dibattito negli anni ’60 rispetto ai manicomi. Qualcuno voleva umanizzarli, qualcun altro cancellarli. Si umanizza un’istituzione disumana solo cancellandola. ”
( Ascanio Celestini )
https://www.youtube.com/watch?v=m4Ze55-ygRg

le foto di questo numero sono di Stefano Pacini, facenti parte del progetto fotografico “Noi sogniamo il mondo “, Tano D’Amico o di autori non identificati che ringraziamo anticipatamente
Link utili
www.stefanopacini.org
www.umanitanova.org
www.lavoroculturale.org
www.radiomaremmarossa.it
www.carmillaonline.com
www.ltmd.it
www.infoaut.org
http://collettivoanarchico.noblogs.org
www.senzasoste.it
www.finimondo.org
femminismo-a-sud.noblogs.org/
anarresinfo.noblogs.org
http://www.anarca-bolo.ch
Maremma Libertaria Esce quando può e se e come gli pare. Non costa niente, non consuma carta e non inquina, se non le vostre menti. Vive nei nostri pensieri, perchè le idee e le rivoluzioni non si fanno arrestare, si diffonde nell’aere se lo inoltrate a raggera. Cerca di cestinare le cartoline stucchevoli di una terra di butteri e spiagge da bandiere blu, che la Terra è nostra e la dobbiamo difendere! Cerca di rompere la cappa d’ipocrisia e dare voce a chi non l’ha, rinfrescando anche la memoria storica, che senza non si va da nessuna parte. Più o meno questo è il Numero 22 del 13 dicembre 2016. Maremma Libertaria può essere accresciuta in corso d’opera ed inoltro da tutti noi, a piacimento, fermo restando l’antagonismo , l’antifascismo e la non censura dei suoi contenuti.
In Redazione, tra i cinghiali nei boschi dell’alta maremma, Erasmo da Mucini, Ulisse dalle Rocche, il fantasma della miniera, il subcomandante capraio, Alberto da Scarlino, Alessandro da Grosseto, Antonello dalla Tuscia, Luciana da Pomonte, complici vari , ribelli di passaggio, maremmani emigrati a Barcelona e Cagliari
No copyright, No dinero, ma nel caso idee, scritti, foto, solidarietà e un bicchiere di rosso.
My way Sid Vicious !
http://youtu.be/HD0eb0tDjIk

Nostra patria il mondo intero, nostra legge la Libertà, ed un pensiero Ribelle in cuor ci sta
(Pietro Gori)
http://youtu.be/_KVRd4iny8E

Potranno tagliare tutti i fiori, ma non riusciranno a fermare la Primavera
(Pablo Neruda)
http://youtu.be/wEy-PDPHhEI
(Victor Jara canta Neruda)

Sempre, comunque e dovunque : Libertà per tutti i compagni arrestati !– Fori i compagni dalle galere !-Libertad para todos los presos ! – liberdade para companheiros presos! -comrades preso askatasuna!- liberté pour les camarades emprisonnés!-freedom for imprisoned comrades !- Freiheit für inhaftierte Genossen!- ελευθερία για φυλακισμένους συντρόφους ! – الحرية لرفاق

I buoni propositi…..
La prima cosa che fecero nel 1871 i rivoluzionari a Parigi, dopo aver proclamato la Comune, fu quella di fucilare tutti gli orologi, mentre a Barcelona nel 1936 toccò a statue e mummie religiose.
Il tentativo era comunque quello di riprendere in mano la propria vita, il tempo,la memoria, senza padroni, orari e castigatori divini. Consci che il lavoro salariato imposto dai padroni era una gabbia mortale al pari della morale imposta dalla chiesa. Bakunin in Dio e lo Stato scriveva :” Dio appare , l’uomo si annienta, e più la divinità si fa grande, più l’umanità si fa miserabile. Ecco la storia di tutte le religioni . Ecco l’ effetto di tutte le ispirazioni e di tutte le legislazioni divine. Nella storia ,il nome di Dio è la terribile vera clava con la quale tutti gli uomini divinamente ispirati ,i “grandi geni virtuosi”, hanno abbattuto la libertà ,la dignità, la ragione e la prosperità degli uomini”.
Per cui ha ben poco peso e significato il nostro occidentale calendario papale che scandisce tempi e orari che non ci appartengono. Duemila17 o millequattrocento e qualcosa, anno della scimmmia o del cinghiale, l’unico tempo che riconosciamo è quello liberato dalla schiavitù dell’uomo sull’uomo, quello del naturale fluire delle stagioni non più piegate da uno “sviluppo” forsennato e distruttivo. Quindi, ora e sempre, dalla Maremma Libertaria che fu di Luciano Bianciardi, il nostro pensiero e solidarietà attiva va a tutti i fratelli e compagni incarcerati, ristretti, perseguitati, costretti alla clandestinità , alla fame, alla fuga, a vivere lontani dai propri cari e dal proprio paese, va a tutti coloro che non chinano la testa e non smettono di sognare, lottare, ribellarsi, per una società senza sfruttati, per una comunità di liberi, uguali, solidali.
Sognando l’anarchia, dalle colline metallifere, la redazione sparsa per il mondo intero
Maremma Libertaria