Siena, tra Tradizione e voto alle Donne
Testo e immagini di Stefano Pacini
Non è lo spread, non è il governo Monti, non è neppure la crisi dei consumi e gli scricchiolii del babbo Monte dei Paschi a tener banco nelle discussioni cittadine a Siena in questo ultimo scorcio d’anno. Basta sfogliare i giornali cittadini, entrare nei bar, cogliere al volo i commenti dei passanti, per non credere alle proprie orecchie, pur ricordando quello che diceva il vecchio Sindaco, che i senesi veri son quelli del Palio. Sì, perchè alla fine del 2011 forse l’unico paese al mondo privo di diritto di voto per le donne ha finalmente capitolato.
La Contrada dell’Oca, una delle diciassette contrade in cui è divisa la città, una delle più importanti, quella col maggior numero di “cenci” vinti al Palio di Siena, dopo una violenta diatriba intestina ha infine concesso il voto alle donne. Ma non è stata una decisione facile e indolore. Il nocciolo duro dei tradizionalisti non ha ceduto per anni, tanto che un gruppo di trenta contradaiole ha deciso di rivolgersi alla magistratura ordinaria. Decisione fatale. In quanto la contrada minimizzando i contrasti, bontà sua, ha reso noto la decisione di allargare il suffragio all’altra metà del cielo, poi, pochi giorni dopo, ha espulso a vita le trenta testarde che avevano osato tanto.
E non ridano i lettori italiani: essere espulsi da una Contrada a Siena equivale a esser messi all’Indice, all’Esilio di Dantesca memoria, è un affar serissimo, quasi tragico. Le motivazioni addotte, “non si sono fidate della contrada” , “ la Tradizione” cercano inutilmente di nascondere quello che in tutto il resto del Mondo si chiama Misoginia, immedesimazione medioevale, pseudocultura maschilista senza stare a scomodare, come fanno alcuni commentatori, razzismo, fascismo e quant’altro. Per chi, come il sottoscritto, ama questa città e il suo Palio, è un colpo al cuore.
Per chi pensava di coniugare la tradizione della rievocazione della battaglia di Monteaperti del 1260 con la candidatura di Siena a Capitale della Cultura Europea, anche. Per le Donne che qui hanno tenuto il convegno nazionale di “Se non ora, quando?” oltretutto una beffa. Per la Giunta Comunale da sempre progressista con uno degli assessori più giovani d’Italia in quota SEL, una bella rogna. Le mura più grandi di questa città sono quelle ancora dentro di noi. E, a quanto pare, non accennano a crollare.
pubblicato su FrontiereNews 29 dicembre 11
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